sabato 21 luglio 2007

E ti ricordo ancora...


Potrebbe apparire un volere indulgere alla malinconia oppure a stereotipi triti e ritriti.

Beh, pensatela come volete, ma io sono tra quelli che ritiene che un sacrificio - a maggior ragione quando è l'estremo- ha un senso se almeno il ricordo lo fa vivere.

E con esso vive la persona che lo ha compiuto.

Per grandi linee è il medesimo discorso che valeva per il post su Ambrosoli. Ve lo ricordate?

Due giorni fa abbiamo ricordato commossi la figura di Paolo Borsellino, oggi ricorre il ventottesimo anniversario dall'assassinio di Boris Giuliano.

Già, chissà in quanti, oggi, ricordano che era il capo della Squadra Mobile di Palermo, ma - ampliando il discorso- chissà a quanti dicono qualcosa i cognomi di Basile, Montana, Cassarà, Antiochia, ma anche La Torre, Mattarella, Scaglione, Chinnici, Saetta e mille altri ancora.

I miti, quali - giustamente- sono diventati Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa vivono, grazie a Dio nella memoria dei più e, se Dio vuole, anche nel cuore di qualcuno.

Per troppi altri che hanno dato la vita ma lontano dalla ribalta, come, ad esempio ulteriore, proprio le scorte di Falcone e Borsellino, resta solo il dolore vivo come lama nella carne di chi ne è rimasto orfano di affetti e di sorrisi, di abbracci e di carezze.

E questo non è bello.

Questo non è giusto.

Oggi, il 21 luglio del 1979, in una calda prima mattinata di Palermo, il poliziotto Boris Giuliano veniva ucciso al bar, dove sorseggiava il primo - ed ultimo- caffè della giornata.

Un pensiero è d'obbligo