martedì 7 luglio 2009

Pinocchio ha 128 anni. Ma quanti ce ne sono?


di http://www.strill.it/ - E' umano, normale e fisiologico che ciascuno cerchi di portare acqua al mulino di propria competenza, tuttavia da osservatori della società postmoderna che si staattorcigliando in un paradosso ineludibile qualche valutazione e, annesso, qualche dubbio lo pongo.Il dopoguerra ci ha insegnato in fretta che l'accumulazione della "roba" è, in realtà, la vera ossessione di chi frequenta le stanze dei bottoni, unitamente, però, all'esercizio del potere in quanto tale.
Non so se veramente comandare sia meglio che fottere, ma - Berlusconi docet - temo che le due cose coincidano, in senso figurato e tecnico.
Ma, fin qui, tutto sommato, nulla di nuovo sotto il sole. Il fatto sconcertante, però, è che ciascun occupante di posti rispetto ai quali debba dar conto pubblico del proprio operato, tende sempre e comunque a preservare l'immagine personale e nulla più.
E così se attacchi - ad esempio - un reparto di un ospedale che non funziona il primario ti risponderà sbattendoti in faccia il suo curriculum fatto di prestigiosissimi titoli acquisiti all'estero (che tristezza, di quelli italiani se ne vergognano...). Si, certo, sarà vero, ma i guai per la gente che frequenta il reparto restano.
Se accusi un politico di essere parte, più o meno responsabile, di un sistema che non assolve più alle sue funzioni primarie ed ai bisogni di base dei cittadini, ti sentirai rispondere, indignato che "io ho studiato qui, ho ricoperto questo e quell'altro incarico, bla bla bla...". Sarà vero anche questo, ma i problemi permangono e, anzi, visti i risultati, io non mi vanterei di essere in pista da decenni, a vario titolo, ed avere, quindi, contribuito allo sfascio.
E via così, in tutti i settori, abbracciando trasversalmente l'intero arco della classe dirigente del Paese e di questo Sud che, ormai, è solo la parodia di uno Stato di diritto che, in fondo in fondo, nessuno vuole si eserciti compiutamente, con annessa eliminazione di tutte le sacche di piccoli poteri.
Insomma, coloro i quali sono responsabili di qualcosa, nel momento in cui (e di questi tempi non è difficile) terminano nel tritacarne mediatico per accuse di inattività o mala-attività, non risponderanno mai "io ho fatto, io sto facendo", ma "io sono, io ho ricoperto questo incarico...".
E via così, amcora, in un continuo scivolamento di responsabilità, fino a sbattere (anche qui tecnicamente) la porta in faccia al giornalista di turno e comportandosi esattamente come Bennato, trent'anni fa, aveva scritto in "Sono solo canzonette": così è, "se vi conviene bene, io più di tanto non posso fare..."
In fin dei conti confondere le acque, ciurlare nel manico per dirla con Gianni Brera, è arte sopraffina che da sempre serve a mantenere quei privilegi di pochi che impediscono il compimento dei diritti dei più.
In questo modo, ogni giorno, soprattutto al Sud dove il caldo ti spacca in quattro per tre mesi all'anno ed anestestizza cervelli e sensi, indignazione ed anche un pò di dignità, si alimenta una dciotomia sempre più evidente, una forbice tra competenze dei singoli e prodotto pubblico dell'operato dei singoli stessi.
Qualcosa non quadra, qualcosa alimenta ogni giorno di più questa gigantesca bolla che tiene in ostaggio qualità e rigore morale.
Una bolla che, oltre ai curricula imutili nei fatti, si giova anche di curricula falsi o inesistenti, di gente inadeguata, inadatta o talvolta indegna di occupare posti di responsabilità e scelta.
Serve capacità e non basta.Servono gli studi e non bastano. Serve esperienza e non basta. Serve buon senso e non basta. Serve tensione etico-morale e non basta.
La grande finzione, in scena ogni giorno, è diventata, ormai in maniera stabile e riconosciuta, la Grande Bugia e ad essa, ogni giorno, il sistema si piega e si prostra, nella terra di Pinocchio.
Quel Pinocchio che, esattamente 128 anni fa, il 7 lulgio del 1881, faceva la sua prima apparizione nel panorama nazionale.
Non sarebbe mai più andato via...