martedì 23 febbraio 2010

Asini, zebre e passeggiatori

Ma che tristezza!
Le nostre giornate, il nostro tempo a disposizione nella clessidra dell'esistenza, scivola via sempre più unto da schifezze etico-morali di ogni genere.
Negli ultimi giorni mi è toccato sentire esponenti della politica calabrese che si tirano addosso manciate di fango richiamandosi - udite udite - ad una sorta di disfida culturale rispetto alla quale non posseggono nemmeno la patente per poter parteciparvi da spettatori, figurarsi da protagonisti.
Trovo che per interloquire di certe cose, per occupare alcune posizioni di evidenza (e delicatezza) pubblica un bel pò di sano snobismo culturale non ci farebbe male, anzi.
Io - per parte mia - ho già deciso di adottarlo: di certi argomenti, mi dispiace, non sono disponibile ad interloquire con chiunque. Chiedo quale requisito minimo che la controparte abbia la mia medesima percezione dei baluardi etico-morali e che le conoscenze storiche, sociali, normative, etc. di chi mi sta di fronte siano almeno pari alle mie (e vi assicuro che non sarebbe particolarmente difficile).
Certo, tanti, troppi miei coetanei o giù di lì, mentre il sottoscritto da ragazzo si impegnava in un banale, normalissimo ciclo di studi prima e di esperienze lavorative dopo, si dibattevano nell'eterno dilemma tra il passeggiare al mattino, sì da essere liberi al pomeriggio o viceversa.
Oggi molti di loro occupano posizioni di un certo prestigio sociale (ma non è questo che mi interessa, buon per loro e male per chi li accredita) ma, soprattutto, posti di responsabilità, dove è (anzi sarebbe) richiesta conoscenza diffusa, metodo acquisito, capacità di confronto e - vivaddio - un livello culturale minimo.
Il guaio è che in una cittadina come Reggio Calabria ci si conosce tutti e - all'interno della medesima fascia generazionale - ciascuno conosce il percorso di uomo e formativo dell'altro.
E questo, come detto, è un guaio, perchè ti consente di distinguere gli asini dalle zebre.
Tempo fa allo zoo di Gaza morirono le uniche due zebre ed i responsabili della struttura, per evitare che i bimbi in visita ci restassero male, idearono di dipingere a strisce bianche e nere due asinelli. La trovata fu geniale e riuscì anche, visto che, a distanza, nessun bimbo si accorse dello stratagemma messo in atto.
Il guaio, però, è in agguato e consiste nella matematica certezza che, a lungo andare, gli asini si convincano veramente di essere delle zebre.
E dalle nostre parti, anche la vernice comincia a scarseggiare...

venerdì 5 febbraio 2010

Lettera ad Antonino


Caro Antonino,

stanotte sei stato vittima di una tipica vigliaccata mafiosa. Ti hanno incendiato l'auto, i canoni dell'avvertimento sono stati rigorosamente rispettati.

Hai scelto, da tempo, di vivere fino in fondo la professione, a Reggio, nell'unico modo che conosci e - ti dico con orgoglio - hai preso alla lettera, ma migliorandone i canoni di applicazione, i primi rudimenti che personalmente ed attraverso Strill.it (tua prima "casa" che, in quanto tale, resta e resterà sempre tua) ti offrii ormai 4 anni fa.

Chi ci legge deve sapere che le più feroci discussioni su tematiche inerenti la nostra professione le abbiamo fatte tu ed io. Così distanti, così vicini nei nostri modi di essere, di pensare.

Lo sfregio fatto a te, stanotte, è fatto a tutti noi di Strill.it, ma è fatto a tutta la comunità per bene di questa città.

Ora, caro Antonino, su quanti siano - effettivamente - i reggini per bene mi interrogo silenziosamente da tempo, ma tu sei certamente non solo uno di questi, ma anche uno dei pochi che si batte per l'affermazione piena di uno status che, altrimenti, rischia di restare solo una sommessa dichiarazione di principio.

Molte cose di te le ammiro, altre te le rimprovero, qualcuna te la invidio.

Tra queste ultime ci sono certamente la capacità straordinaria di affondare, concettualmente prima e per iscritto poi, il coltello nella piaga, di isolare il bubbone con precisione chirurgica e di portarlo a galla vestito anche di una godibilissima ironia.

Potrei dirti e ti dico un banale "Non mollare", caro Antonino; come persone, nei nostri singoli blog e - assieme al nostro manipolo di giovani amici e colleghi con "due palle così" - su Strill.it, siamo uniti da in invisibile filo. Lo sai, molte cose le vediamo nel medesimo modo se si parla di obiettivi di fondo, spesso in maniera diametralmente opposta rispetto alle modalità del loro perseguimento.

Non pensare che siamo diversi in maniera inconciliabile; è solo una questione di età: 18 anni di differenza, alle nostre età, si sentono, ma va bene così, credimi.

Vorrei anche dirti pubblicamente: non sentirti solo e non isolarti. Vai, vieni, torna, riparti, stai a Reggio, a Roma, a Milano, a Palermo, dove ti pare, ma ricorda sempre, come uno dei migliori figli, che la tua casa, il tuo rifugio sicuro, il posto dove litigare ferocemente con "papà, mamma, fratelli e sorelle" è Strill.it, vera sacca di libertà espressiva reale che la città abbia espresso e che tu hai contribuito a far crescere fin dalla prima ora.

Con stima pari all'affetto ti abbraccio caramente.

Il tuo direttore