martedì 27 novembre 2007

Quale democrazia?



Mentre il Paese affonda la politica si arrovella alla ricerca del modo migliore per gestire sè stessa.


Beninteso, l'argomento non è di secondaria importanza, visto che se i meccanismi di governo ed amministrazione in genere restano impantanati, nessuna scelta - dalla più facile alla più complicata - è possibile.

Mi trovo d'accordo con Veltroni e Berlusconi. In sostanza chi riscuote il maggior numero dei consensi non può avere le mani legate e diventare, così, schiavo di partiti che rappresentano realtà numericamente insignificanti.


E' accaduto tra Berlusconi e Bossi, accade ad ogni piè sospinto con Veltroni ostaggio ora di Bertinotti, ora di Diliberto, ora di Mastella.


Non se ne può più!


La democrazia non è un sistema perfetto, probabilmente è solo il meno peggio che c'è, ma una cosa è certa: se è vero che i diritti delle minoranza sono sacrosanti è altrettanto vero che, però, la maggioranza del Paese, di nessun Paese, non può diventarne schiavo

martedì 13 novembre 2007

Soli e talvolta incapaci


Ci troviamo a valutare, a commentare l'ennesima tragedia.

Ma stavolta, sia ben chiaro, il calcio non c'entra nulla.

L'episodio dell'area di servizio di Arezzo non va sopravvalutato nella sua portata generale, ma, comunque, indica un dato ormai ineludibile; tra i mille problemi che attanagliano il Paese e che, negli anni, la classe politica ha lasciato marcire ed ingigantire, quello relativo alla sicurezza, al disagio giovanile, alla maleducazione, alle sanzioni inadeguate, ad un'educazione che, nella sua inefficacia è pari solo alla repressione, ce n'è un altro che fa da detonatore a tutte queste micce accese contemporaneamente.

Diciamolo a chiare lettere: la Polizia italiana è inadeguata, per numero e, talvolta, anche per preparazione. Il rigore morale con il quale il capo della Polizia, Manganelli (nome omen...) sta affrontando la tragedia di Arezzo è esemplare, ma resta il fatto che sempre più spesso i rappresentanti delle Forze dell'Ordine sono impreparate, anche sul piano emotivo a gestire l'emergenza, almeno quando sono lasciati a loro stessi, a decisioni improvvise.

Diverso, come nel caso dell'assalto a Roma, l'approccio se il coordinamento regge (anche se la storia ci ha insegnato che anche in casi analoghi talvolta il sistema non regge - vedi G8).

Ma su una casa che brucia (leggi criminalità e vandalismo diffusi nel Paese) la sensazione è che dalle pompe di chi dovrebbe spegnere l'incendio spesso esca benzina.

E tutto ciò sulla coscienza ce l'ha chi, anno dopo anno, ha tagliato i fondi per istruire, gestire, migliorare chi va sulle strade.

Che molto, troppo spesso, è solo con sè stesso e la sua incapacità

venerdì 2 novembre 2007

Decidere di non decidere


Il Paese, questo maledetto Paese, ha compreso che quello degli immigrati è un problema nazionale. Lo comprende - naturalmente - dopo l'ennesimo fatto di violenza e sangue.

lo comprende in maniera traumatica ed a seguito di un'altra irruzione di orrore fin dentro casa.

Eppure la problematica è seria ed attuale da anni.

Altri Paesi hanno da tempo affrontato e quanto meno contenuto la problematica.

L'Italia, come sempre, ha deciso di non decidere, lasciando al tempo lo sviluppo di un problema che, come tutte le cose non arginate per tempo, ora ci sta cadendo addosso.

Ma la colpa è solo nostra.