giovedì 5 luglio 2007

E naufragar m'è dolce in questo mare...


...di consulenze...

Girarci intorno non serve a nulla, anzi ci allontana, giro dopo giro, dal nocciolo del problema: la gestione moderna e dinamica della macchina amministrativa - a maggior ragione di un Ente locale- non può prescindere da un consistente impiego di risorse a carattere fiduciario.

Siano essi i famigerati consulenti o, più semplicemente - appunto- fiduciari poco cambia.

Troppo veloce l'attività e troppo voluminosa la mole di istanze cui quotidianamente un Ente deve rapportarsi per poterne venire a capo, come accadeva decenni addietro, con le sole risorse in organico.

E così, velocemente ed in maniera disordinata come solo l'Italia ed il Sud Italia in particolare sanno fare, è venuta fuori una figura che - che novità, vero?- ha occupato un consistente vuoto normativo. Anzi, per meglio dire, si è infilata attraverso una previsione normativa che ne introduceva la figura, ma che - poi- non la normava, se non attraverso poche, generali e spesso vuote prescrizioni.

Lo spunto fornito dal consiglio comunale di Reggio che ha approvato all'unanimità un primo regolamento che certamente non è esaustivo, ma comunque inizia a sistemare paletti precisi, non è di poco conto.

Bollare le consulenze come "prebendificio" è superficiale, banale, demagocico, qualunquista, ma, soprattutto, non aiuta a focalizzare il problema.

D'altro canto, però, regolamentare il settore è necessità che garantisce non solo trasparenza amministrativa, ma anche esigenza primaria per la crescita del sistema nel suo complesso.

Pensateci: l'utilizzo distorto di istituti non autorizza nessuno a bollare come di per sè non funzionale alle esigenze della collettività l'istituto medesimo.

Se non si sa guidare un'automobile e si va spesso fuori strada sarà il caso di imparare a guidarla, di fissare delle regole, dei limiti di velocità e poi di rispettarli.

Lasciar chiusa l'automobile in garage elimina il rischio di incidenti ma ci fa anche restare indietro...