mercoledì 30 aprile 2008

Un Paese impazzito


Ormai è ufficiale: l'Italia è un Paese impazzito.
Impazzito e bugiardo nelle sue più alte espressioni.
Andiamo per ordine: tra i primi siamo riusciti a verificare che era tutto vero: l'Agenzia delle Entrate aveva messo on line tutti i redditi 2005 di tutti gli Italiani (persone fisiche e giuridiche).
Insomma, per mezza giornata ogni cittadino del pianeta che avesse disponibile la connessione ad internet ha potuto impunemente controllare quanto ha dichiarato qualunque cittadino di questo "benedetto, assurdo Bel Paese".
Una follia allo stato puro, un servizio gratuito messo a disposizione delle associazioni criminali che ogni giorno devono faticare per pianificare il racket e, tutto sommato, anche a disposizione di chi volesse, ad esempio, organizzare un bel sequestro di persona.
Oppure, senza volere arrivare a tanto e con sommi sberleffi a quella privacy in nome della quale, ogni giorno, ci sentiamo sbattere mille porte in faccia per cose 1000 e 1000 volte più banali, questa pubblicazione ha consentito alla moglie di controllare i flussi economici del marito (o viceversa), al collega di ufficio di verificare se fosse vero che la signorina tal dei tali è particolarmente nelle grazie del capo che con lei è, magari, dichiarazione alla mano, stranamente di manica larga negli emolumenti.
O, ancora, potrà essere servito a chi sta vendendo qualcosa a rimodulare il prezzo sulla base del 730 dell'acquirente e così via; di esempi ce ne sarebbero infiniti.
Ma, dicevamo, è un Paese impazzito ma anche bugiardo.
Eh si, perchè mentre in poche ore montava la bufera che solo la rete sa creare, l'Agenzia delle Entrate e Visco hanno iniziato a balbettare bugie su bugie, arrivando a chiamare in causa il garante della privacy che, ben presto, non solo ha smentito di avere concesso qualsivoglia autorizzazione nè di essere mai stato destinatario di alcuna richiesta in tal senso, ma, soprattutto, ha immediatamente sospeso la pubblicazione degli elenchi.
Che i dati fiscali debbano essere sottoposti a verifiche rigorose, puntuali, incrociate è punto incontrovertibile; che sia necessaria la circolazione dei dati medesimi tra tutti gli Enti, gli Istituti preposti alla verifica è cosa buona e giusta; ma che, per motivi che sfuggono a chiunque, il mio vicino di casa al quale ho sempre negato - in maniera sacrosanta - il consenso ad ampliare la zona condominiale adducendo la mancanza di fondi debba oggi scoprire che sono solo un taccagno non è nè etico nè, tantomeno utile al Paese.
Con buona pace di chi sbandiera il sacro termine della democrazia senza sapere, evidentemente, di cosa parla o, quanto meno, dimenticandolo.
Il voyeurismo è pericoloso e, tutto sommato, innato in ciascuno di noi, ma offrire gli strumenti per alimentarlo e soddisfarlo è da Paese sottosviluppato nell'anima, nella coscienza, corrotto nello spirito.
Strill.it, in possesso tra i primi di quei dati, avrebbe potuto legittimamente pubblicarli, con riferimento al territorio, alla città. Avremmo potuto pubblicare i redditi del Sindaco e del Presidente del Consiglio regionale, di imprenditori noti in città, gli utili dichiarati per il 2005 dalla Reggina Calcio piuttosto che quelli di altre società, sportive e non
Sarebbe stato facile e legittimo.
Avremmo realizzato, al tempo stesso, il boom delle visite e del voyeurismo.
Non lo abbiamo fatto.
Non lo abbiamo fatto perchè la gente sta imparando a stimarci.
Non lo abbiamo fatto perchè con noi collaborano ben trenta ragazzi che sono puliti ed ai quali ci farebbe piacere insegnare pochi ma granitici principi che valgono per la professione e nella vita.
Non lo abbiamo fatto semplicemente perchè non si fa e perchè crediamo ancora che ci sia una possibilità di riportare sui binari della logica e della morale un Paese impazzito.
Non lo abbiamo fatto perchè preferiamo essere ingenui piuttosto che sfruttare la pazzia degli altri.

martedì 29 aprile 2008

Pietà per la dignità umana


Fare il giornalista è bello.

Fare il giornalista, talvolta, è atroce.

Non ti permette di respirare, di pensare, di consentire all'animo di prevalere sulle esigenze di cronaca, di notizia, di verità.

Ed allora, almeno qui, per una volta, la verità, la cronaca, i fatti, le motivazioni li voglio lasciare da parte.

Voglio lasciare spazio all'umana pietà, alla considerazione per l'essere umano in quanto portatore di una dignità propria, specifica, unica in quanto tale.

Non mi interessano le motivazioni che possono avere causato l'attentato a Nino Princi.

Penso ad un uomo senza più le gambe, le braccia e le vista.

Penso ai suoi familiari.

Penso.Con un peso sul cuore.