giovedì 2 agosto 2007

Ma l'impresa eccezionale è essere normale


Da più parti, in queste ore, ho sentito ripetere, a proposito della morte della guardia giurata Luigi Rende, "ma chi glielo ha fatto fare di reagire? Bastava consegnasse il denaro!"

Vero, verissimo. Peccato che Luigi Rende fosse lì con l'unico scopo di difendere quel denaro.

A costo della vita, come accaduto.

Si chiama senso del dovere, così desueto, incompreso, al punto da essere quasi dileggiato da chi non lo pratica, non lo capisce.

Eppure c'è chi lo mette ancora al primo posto, sopra ogni cosa.

Nonostante sia mandato allo sbaraglio, con dotazioni inadeguate, nonostante sarebbe assai più semplice consegnare i soldi, in ossequio all'antico brocardo "si futti a lira e cui 'a pensa...".

Ma per Luigi Rende e- vivaddio- per tanti altri, in ballo non ci sono i soldi, ma un'idea, un principio, un patto - personale e sociale.

Ed in un Paese, in una società, dove tutti quotidianamente straparlano di diritti, i più mistificati, i più meschinamente inventati, senza porsi nemmeno lontanamente il dubbio riguardante i doveri che devono camminare parallelamente proprio per garantire il rispetto dei primi, quanto fatto da Rende è una cosa gigantesca nella sua assoluta normalità.

Perchè, come cantava Dalla "...ma l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale"