lunedì 4 maggio 2009

15 anni e il motorino

da www.strill.it -
Avevo 15 anni, andavo a scuola, stavo per terminare il terzo liceo.
Il liceo era quello scientifico, il "Vinci" di Reggio Calabria, dunque relativamente vicino a via Apollo.
Via Apollo, per me non esisteva, nel senso che da pochi mesi (da quando avevo ottenuto dai miei il motorino) mi capitava di passarci, ma non ne avevo imparato il nome.
D'altra parte è una via piccolina, corta, stretta tra il castello e la via che – appunto – porta al Liceo scientifico.
I telefoni cellulari non esistevano, ad internet nemmeno la fantasia più sfrenata di Spazio 1999 era giunta, dunque le notizie ancora seguivano, almeno nella loro più immediata forma di divulgazione, la tradizione orale.
Ma, come cantava De Andrè, “una notizia un po' originale non ha bisogno di alcun giornale, come una freccia dall'arco scocca, vola veloce di bocca in bocca”.
Il musicista genovese, in realtà si riferiva a ben altro tenore di notizia, ma il concetto vale ugualmente e, francamente, quella mattina l'originalità – tragica – della notizia non era in discussione.
Era l'anno dei mondiali, quelli dell'82, che sarebbero andati in scena a distanza di poco più di un mese da quel 3 maggio.
Poco dopo le 8, quella mattina, in via Apollo saltò per aria con la sua automobile l'imprenditore Gennaro Musella.
Il boato scosse i muri, forse non a sufficienza le anime.
Per mesi, passando da quella via era possibile, alzando la testa, notare schizzi di sangue sui balconi (anche ai piani alti) del palazzo di fronte.
Reggio – che pure non era nuova ad attività feroci della criminalità organizzata – quella mattina saltò il fosso.
Nulla era più off-limits, tutto era concesso alla ferocia criminale.
E vennero le bombe, e vennero i morti ammazzati per le strade, e vennero i bazooka, e vennero ancora autobomba in pieno centro, davanti agli ospedali.
Io non ho mai dimenticato quella mattina di quindicenne che correva incontro all'estate, vuoi per una innata passione per gli eventi contemporanei che fanno storia, vuoi per la conseguente emotività con la quale vissi l'episodio; negli anni, in questi 27 lunghi anni, mentre altrove – giustamente – fanno delle ricorrenze simili un triste rosario di appuntamenti annuali, mi chiesi spesso perchè mai quella morte interessasse solo ad Adriana Musella, perchè mai sulla fine in stile libanese di Gennaro Musella, un imprenditore, non un boss o un magistrato scomodo (personaggi comunque “in guerra”) fosse sceso l'oblio.
La risposta forse è tutta nella piega differente che hanno preso gli eventi della storia criminale in Sicilia piuttosto che in Calabria.
La risposta è tutta nella folla che attende fuori dalla Questura di Palermo per insultare l'ultimo boss latitante catturato mentre a Reggio piovono applausi e fiori.
Non ho più 15 anni, non ho più il mio motorino, la sorte ha portato il mio lavoro quotidiano a 20 metri da via Apollo.
Che da oggi ho imparato a chiamare via Gennaro Musella