Ma che tristezza!
Le nostre giornate, il nostro tempo a disposizione nella clessidra dell'esistenza, scivola via sempre più unto da schifezze etico-morali di ogni genere.
Negli ultimi giorni mi è toccato sentire esponenti della politica calabrese che si tirano addosso manciate di fango richiamandosi - udite udite - ad una sorta di disfida culturale rispetto alla quale non posseggono nemmeno la patente per poter parteciparvi da spettatori, figurarsi da protagonisti.
Trovo che per interloquire di certe cose, per occupare alcune posizioni di evidenza (e delicatezza) pubblica un bel pò di sano snobismo culturale non ci farebbe male, anzi.
Io - per parte mia - ho già deciso di adottarlo: di certi argomenti, mi dispiace, non sono disponibile ad interloquire con chiunque. Chiedo quale requisito minimo che la controparte abbia la mia medesima percezione dei baluardi etico-morali e che le conoscenze storiche, sociali, normative, etc. di chi mi sta di fronte siano almeno pari alle mie (e vi assicuro che non sarebbe particolarmente difficile).
Certo, tanti, troppi miei coetanei o giù di lì, mentre il sottoscritto da ragazzo si impegnava in un banale, normalissimo ciclo di studi prima e di esperienze lavorative dopo, si dibattevano nell'eterno dilemma tra il passeggiare al mattino, sì da essere liberi al pomeriggio o viceversa.
Oggi molti di loro occupano posizioni di un certo prestigio sociale (ma non è questo che mi interessa, buon per loro e male per chi li accredita) ma, soprattutto, posti di responsabilità, dove è (anzi sarebbe) richiesta conoscenza diffusa, metodo acquisito, capacità di confronto e - vivaddio - un livello culturale minimo.
Il guaio è che in una cittadina come Reggio Calabria ci si conosce tutti e - all'interno della medesima fascia generazionale - ciascuno conosce il percorso di uomo e formativo dell'altro.
E questo, come detto, è un guaio, perchè ti consente di distinguere gli asini dalle zebre.
Tempo fa allo zoo di Gaza morirono le uniche due zebre ed i responsabili della struttura, per evitare che i bimbi in visita ci restassero male, idearono di dipingere a strisce bianche e nere due asinelli. La trovata fu geniale e riuscì anche, visto che, a distanza, nessun bimbo si accorse dello stratagemma messo in atto.
Il guaio, però, è in agguato e consiste nella matematica certezza che, a lungo andare, gli asini si convincano veramente di essere delle zebre.
E dalle nostre parti, anche la vernice comincia a scarseggiare...